15 agosto 2015

Tornando a Gaza..

I bambini, senza medicazioni perchè al Ministero della Salute non ne hanno abbastanza da consegnare loro, restano in attesa dell’elettricità per almeno otto ore al giorno, grondanti di sudore dal caldo, senza possibilità di accendere un ventilatore (non un condizionatore!). Le mamme aspettano l’elettricità soprattutto per poter cucinare (il gas non si trova o è troppo costoso), niente acqua perchè anche la pompa funziona con l’elettricità.
La casa di I. è stata parzialmente distrutta dai bombardamenti israeliani dello scorso luglio e la sua numerosa famiglia ora vive nell’unica stanza rimasta (sono in sedici con due bambini disabili e I.). La sorella di H.di quattro mesi è rimasta uccisa da una scheggia di un missile che le ha attraversato il collo da una parte all’altra lo scorso luglio. Ho fatto fatica a riconoscere posti che mi erano familiari, non c’è piu’ neanche l’asilo. Molte, troppe, le famiglie hanno perso tutto e nessuno restituirà niente.
'In nome della sicurezza di Israele?'- mi sono ripetutamente chiesta.
Nonostante tutto, F. ora cammina da solo, R. fa le scale tutti i giorni per fortificare i muscoli e camminare da sola come F., entrambi si preparano per il III anno scolastico. R.O. è sempre piu' fragile ma non smette di lottare, I. è pronta a sfidarli tutti impegnandosi nei mesi a venire con la fisioterapia. H. impara a rifarsi le medicazioni da solo ma la strada è ancora lunga..
Sfide, speranze che devono essere sostenute.
Ho potuto solo acquistare dei ventilatori che funzionano a batteria per i bambini, delle garze, delle bende e organizzare qualche gita. Ringrazio tutti coloro che in questi anni hanno fatto donazioni in favore di questo progetto.
Alla ricerca di fondi per continuare a sostenerli a scuola, nelle medicazioni e nella fisioterapia...





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