25 agosto 2014

NON TUTTI I BAMBINI SONO UGUALI


di Gideon Levy

Dopo il primo bambino, nessuno ha battuto ciglio. Dopo il cinquantesimo, sull'ala di un aereo non si è avvertito neppure un lieve tremore. Dopo il centesimo, hanno smesso di contare.

Dopo il duecentesimo, hanno accusato Hamas. Dopo il trecentesimo, hanno accusato i genitori. Dopo il quattrocentesimo bambino, hanno inventato scuse. Dopo (i primi) 478, sembra che non importi a nessuno.

Poi è arrivato il nostro primo bambino e per Israele è stato uno shock. Piange il cuore a pensare a Daniel Tragerman, quattro anni, ucciso venerdì sera nella sua casa a Sha'ar Hanegev. Un bel bambino, che una volta si era fatto fare una foto mentre indossava la maglia della squadra di calcio argentina, blu e bianca, quella con il numero 10. Il cuore di chiunque si spezzerebbe alla vista di questa foto, chiunque piangerebbe per com'è stato brutalmente ucciso. “Ehi Leo Messi, guarda questo bambino. Tu eri il suo eroe”, recita un post su Facebook.

All'improvviso la morte ha un volto, sognanti occhi azzurri e capelli chiari. Un corpo esile che non crescerà mai. Improvvisamente la morte di un bambino ha un senso, improvvisamente è scioccante. È umano, comprensibile e commovente. È umano anche che l'omicidio di un bambino israeliano, un figlio di tutti noi, susciti una maggiore immedesimazione rispetto alla morte di qualche altro bambino. Quello che risulta incomprensibile è la risposta degli israeliani all'uccisione dei loro figli.

In un mondo dove esistesse qualcosa di buono, i bambini sarebbero stati lasciati fuori da quel crudele gioco chiamato guerra. In un mondo dove esistesse un po' di bene, sarebbe impossibile comprendere la totale, quasi mostruosa, insensibilità di fronte all'uccisione di centinaia di bambini (non nostri, ma morti per mano nostra).

Immaginateli in fila: 478 bambini, in una graduale serie di morte. Immaginateli indossare magliette di Messi (anche alcuni di quei bambini lo avranno fatto, prima di morire); anche loro lo ammiravano, proprio come faceva il nostro Daniel che viveva in un kibbutz. Ma nessuno li guarda. I loro volti non si vedono, nessuno è sconvolto per le loro morti. Nessuno scrive su di loro “Ehi Messi, guarda questo bambino”.

Ehi Israele, guarda i loro bambini.

Un muro di ferro di negazione e disumanità protegge gli israeliani dal vergognoso lavoro delle loro mani a Gaza. Infatti, certi numeri sono duri da digerire. Delle centinaia di uomini uccisi si potrebbe dire che erano “coinvolti”. Delle centinaia di donne, che erano “scudi umani”.

Allo stesso modo, per un piccolo numero di bambini si potrebbe affermare che l'esercito più etico del mondo non aveva intenzione di colpirli. Ma cosa potremmo dire di quasi cinquecento bambini uccisi? Che l'esercito israeliano “non aveva intenzione di colpirli”, 478 volte? Che Hamas si nasconde dietro tutti loro? Che questo ha legittimato la loro uccisione?

Hamas può essersi nascosto dietro alcuni di quei bambini ma ora Israele si nasconde dietro Daniel Tragerman. Il suo destino è già stato usato per coprire tutti i peccati dell’IDF a Gaza.

Ieri la radio ha già parlato di “omicidio”. Il primo ministro ha già definito l’omicidio “terrorismo”, mentre centinaia di bambini di Gaza nelle loro nuove tombe non sono vittime di omicidio o terrorismo. Israele li doveva uccidere. Dopo tutto, chi sono Fadi e Ali e Islaam e Razek, Mahmoud, Ahmed e Hamoudi davanti al nostro unico e solo Daniel?

Dobbiamo ammetterlo: in Israele, i bambini palestinesi sono considerati alla stregua di insetti. È una dichiarazione orribile ma non c’è un altro modo per descrivere l’umore in Israele nell’estate del 2014. Quando per sei settimane centinaia di bambini sono uccisi, i loro corpi sepolti nei detriti, accumulati negli obitori, qualche volta addirittura nelle celle frigorifere della verdura per mancanza di altro spazio. Quando i loro genitori inorriditi trasportano i corpi dei loro bambini come se fosse normale; i loro funerali vanno e vengono, 478 volte. Persino il più freddo degli israeliani non permetterebbe a se stesso di essere così insensibile.

Qui qualcuno deve alzarsi e urlare “Basta”. Tutte le scuse e tutte le spiegazioni non aiuteranno, non c’è niente di peggio che distinguere tra un bambino che può essere ucciso e un bambino che non può. Ci sono solamente bambini uccisi per nulla, centinaia di bambini la cui sorte non tocca nessuno in Israele, mentre la morte di un bambino, solo uno, riesce a unire tutti quanti in lutto.

Gideon Levy è un opinionista israeliano. Il suo articolo è stato pubblicato su Haaretz

12 luglio 2014

Chi sta in alto dice:
pace e guerra sono di essenza diversa.
La loro pace e la loro guerra
son come vento e tempesta.
La guerra cresce dalla loro pace
come il figlio dalla madre.
Ha in faccia
i suoi lineamenti orridi.
La loro guerra uccide
quel che alla loro pace è sopravvissuto.

Bertold Brecht

22 marzo 2014

Un violino e un toro pacifista per le farfalle di Gaza

Piccola festa organizzata insieme agli altri internazionali che vivono a Gaza durante la quale Christian ha raccontato ai bambini, accompagnato dal suo violino, la storia del toro Ferdinando che ama starsene seduto a sentire il profumo dei fiori e, quando viene scelto per la corrida e portato a Madrid, invece che lottare resta incantato dai fiori sui cappelli delle dame nell'arena...

Grazie a Jenny per il suo post! Link


06 marzo 2014

Visita alla scuola

Che meraviglia..
Grazie alla Fondazione Vik Utopia che attraverso Debra italia sostiene l'inserimento scolastico dei bambini.

02 marzo 2014

Buon compleanno R.!

R. festeggia i suoi dodici anni. Superata la forte congiuntivite che di tanto in tanto le impedisce di tenere aperti gli occhioggi è tornata ad essere la principessa di sempre.


07 febbraio 2014

Desiderio di autonomia..

F. decide di portare a scuola il deambulatore che gli è stato regalato per poter essere più autonomo negli spostamenti. Anche a casa ora lo usa sempre e ha smesso di 'gattonare' trascinando il sedere per terra da seduto allungando e raccogliendo le gambe per spostarsi.










06 febbraio 2014

Distribuzione giochi

Sono stati distribuiti ai bambini più piccoli i giochi donati da Music for Peace all'associazione Rare Skin Diseases di Gaza.


04 febbraio 2014

03 febbraio 2014

Passare un po' di tempo con I.


I. sarebbe capace di cambiare il mondo solo con i suoi pollici che fortunatamente non sono ancora fusi alle altre dita della mano. Balla cercando di restare in piedi da sola nonostante la schiena curva e le contratture delle gambe, ma la sua vera passione è fare le capriole. 
I bambini hanno ancora bisogno di fare fisioterapia per alleviare le limitazoni di movimento dovute alle contratture  articolari e riuscire un giorno a camminare. Ogni piccola donazione a sostegno dei costi di trasporto per far raggungere loro i centri di fisioterapia sarà preziosa.


21 gennaio 2014

Visita alla maestra d'asilo

Durante le vacanze del primo quadrimestre F.e R. fanno visita alla loro insegnante dell'asilo e le raccontano di quanto sono bravi a scuola ... facendole anche vedere come sono migliorati a camminare...


16 gennaio 2014

Buon compleanno F. e I.!

F. ha compiuto dieci anni e I. otto. Per l'occasione è stata organizzata una festa insieme alle altre farfalle di Gaza e ai loro parenti.












04 gennaio 2014

Scuola



F. e R. continuano ad andare a scuola e hanno appena sostenuto con buoni risultati gli esami del primo quadrimestre.
R. ritira la pagella del primo quadrimestre

02 gennaio 2014

Inverno a Gaza - visita a I.



L'elettricità c'è per circa otto ore al giorno, la mattina o il pomeriggio. I. e gli altri bambini possono accendere una piccola stufa elettrica almeno quando fanno il bagno. Ne abbiamo appena regalata una a I. per questo motivo. Nelle case fa freddo, si vive indossando almeno tre strati di vestiario e talvolta il giubbotto.
Niente gas in cucina, difficile e troppo costoso reperirlo a Gaza in questo periodo.
Grazie a coloro che hanno fatto donazioni per acquistare vestiti invernali e piccole stufe elettriche per i bambini.

22 dicembre 2013

Distribuzione delle medicazioni

Le medicazioni per la cura delle lesioni della pelle, donate da Debra Italia, sono state distribuite ai pazienti con il supporto dell'associazione locale Rare Skin Diseases Association di Gaza.

29 novembre 2013

Arrivo a Gaza

Risolti i problemi al Cairo pagando una cauzione sul materiale destinato a Gaza, di corsa verso il valico di Rafah aperto ieri per due giorni.

24 novembre 2013

Medicazioni bloccate all'aereoporto del Cairo

Le medicazioni destinate ai pazienti di Gaza sono bloccate all'aereoporto del Cairo da cinque giorni e nel frattempo il valico di Rafah è stato chiuso fino a prossima comunicazione da parte delle autorità egiziane.

17 novembre 2013

Missione Gaza - donazione medicazioni per la cura delle lesioni della pelle

Dopo i numerosi tentativi di Debra Italia di inviare una grossa fornitura di medicazioni per la cura delle lesioni della pelle alle farfalle di Gaza attraverso Israele, l'unica possibilità rimasta perchè i pazienti ricevano il materiale è il trasporto a mano attraverso il valico di Rafah. 
Si riparte, pensando solo ai benefici che i bambini avranno nell'utilizzare queste medicazioni, con la speranza di non vedere più tanta sofferenza nel rimuovere le garze rimaste attaccate alle ferite e dare loro la possibilità di sostituire le medicazioni senza dolore. 
Speriamo di arrivare a destinazione.
Si ringrazia la Fidia Farmaceutici per la donazione. 

Per coloro che non hanno capito il valore del progetto promosso da Debra Italia e dalla Fondazione Vik Utopia e che sono sempre pronti a polemizzare senza neanche immaginare cosa c'è dietro ogni sorriso di questi bambini, questa foto forse li aiuterebbe a pensare prima di parlare.



04 novembre 2013

Visite ai bambini e alle loro famiglie

In occasione delle vacanze di Eid Al Adha sono stati visitati i bambini e le loro famiglie. Grazie a Neveen per il suo prezioso supporto.